ADENAUER, IL CAVALLO INIZIATORE

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

2019.10.17 – Possiamo dire che tutto sia iniziato con lui? Sì, possiamo. Possiamo perché tutto è effettivamente iniziato con lui. Ed è iniziato nel 2001 quando Nelson Vidoni – uomo che rappresenta una figura chiave per il volteggio italiano – si mette alla ricerca di un cavallo. Di un cavallo che deve essere assolutamente speciale… «A quel tempo le squadre italiane non avevano soggetti all’altezza del confronto internazionale di alto livello», dice il trainer e longeur argentino, «e se ne pagavano le conseguenze, in classifica. Quindi io volevo trovare un cavallo che ci aiutasse a fare il salto di qualità».

Ma il 2001 è anche l’anno di un altro evento determinante. Prima che Nelson Vidoni riesca a trovare il… cavallo speciale, infatti, succede qualcosa che forse lì per lì sarà sembrata anche un problema, ma la cui soluzione genera tuttavia una realtà meravigliosa: «Io lavoravo allo Sperone, a San Bonifacio, dal dottor Nicoli», racconta Nelson Vidoni, «ma per l’appunto nel 2001 lui ha deciso di chiudere il maneggio. Io e i miei allievi ci siamo trovati un po’ in difficoltà ovviamente: ma poi insieme a tutti i genitori dei ragazzi, tra i quali anche la mamma e il papà di Anna Cavallaro, abbiamo deciso di metterci alla ricerca di un posto da prendere in affitto, ed è nata così La Fenice».

Nasce La Fenice: oggi un’istituzione che rappresenta un’eccellenza assoluta sia a livello nazionale sia internazionale, considerando i risultati prodotti nel tempo non solo dalla formidabile Anna Cavallaro… Risultati che cominciano a fioccare proprio dal momento in cui in scuderia arriva il cavallo speciale oggetto della ricerca di Nelson Vidoni.

«Ho acquistato Adenauer nel dicembre del 2001. Appena l’ho visto ho capito che era lui… Un cavallo elegantissimo, che lavorava in dressage, abbastanza difficile ma di grande cuore. Proprio il cavallo che stavo cercando. E a Jerez de la Frontera nel 2002 l’Italia per la prima volta è entrata nella finale di un Campionato del Mondo classificandosi al settimo posto su quattrodici squadre: per questo risultato, e per tutti quelli che avrebbero fatto seguito, Adenauer è stato fondamentale. L’Italia del volteggio ha cominciato a farsi valere grazie a un cavallo come lui: pensare che nel Campionato del Mondo del 2004 in Austria siamo arrivati a ottanta millesimi di distanza dalla medaglia di bronzo… Per nove anni Adenauer ha portato in gara la squadra italiana, e anche gli individuali, ottenendo sempre punteggi elevatissimi circa la sua prestazione». Quindi tutto è cominciato davvero con Adenauer… «Sì, La Fenice l’ha fatta lui, praticamente».

Un cavallo che ha segnato un’epoca. Che ha avviato un’epoca… E che ha poi continuato ad avere un ruolo importantissimo anche quando per questioni di età è stato ritirato dall’agonismo: perché si è dedicato ai bambini disabili, offrendo loro tutta la sua bravura e la sua disponibilità, proprio come un vecchio nonno con i nipotini pieni di voglia di sapere. «Se lo avessimo fermato del tutto si sarebbe demoralizzato, non sarebbe stato bene… Si sa come vanno le cose con cavalli che sono abituati ad avere un ritmo e un impegno regolare: se li si ferma completamente possono nascere diverse complicazioni».

Poi però arriva il momento in cui per Adenauer diventa troppo faticoso anche il semplice impegno con i suoi bambini. Lo scorso giugno Nelson Vidoni se ne rende conto, e quindi si mette alla ricerca di un pony che possa assolvere bene tanto quanto Adenauer un compito così particolare e delicato. La ricerca infine dà i suoi frutti e così a metà settembre ecco arrivare alla Fenice il pony desiderato. Arriva il pony, e poco più tardi arriva anche il giorno…  

Nelson Vidoni e Anna Cavallaro giungono in scuderia. Nelson apre la porta del box di Adenauer e guarda il cavallo negli occhi… Poi dice ad Anna: «Secondo me ha uno sguardo strano… Portiamolo fuori, in paddock, all’aria». Così Nelson e Anna portano Adenauer in paddock. Il vecchio Adenauer si muove sull’erba. Muore un quarto d’ora dopo: a trent’anni.

«Non ha mai sofferto di nulla», dice Nelson Vidoni. «È sempre stato benissimo. Solo che alla fine aveva perso le forze. Ma evidentemente ci ha aspettato, prima di andarsene. E dire che con lui è davvero iniziato tutto».

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