VANESSA FERLUGA

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

È nata a Trieste (nel 1967) ma ha studiato al conservatorio di Udine e adesso vive in Veneto dopo aver trascorso molto tempo a Merano; ha suonato per tanti anni in un’orchestra ma poi si è data allo sport equestre; vive di dressage dopo aver lavorato molto con il volteggio ma ha sposato un uomo che a cavallo – tanto per cambiare… – tra gli anni Settanta e Ottanta è stato uno dei giovani più interessanti del salto ostacoli azzurro (Kurt Schweigl, italianissimo nonostante il nome); insegna a chi va in gara ma in gara vorrebbe andarci ancora lei stessa… Vanessa Ferluga, insomma.

Musica e cavalli. Oppure cavalli e musica?

«È uguale. Da ragazzini non avevamo molte cose da fare: si suonava nella banda e si andava a giocare con i cavalli nelle fattorie vicine».

Quindi un approccio ai cavalli molto libero…

«Sì, ovviamente. All’inizio tante passeggiate, poi la passione è cresciuta e allora ho cominciato a montare diciamo sul serio: prima al Circolo Ippico Triestino, poi a Vivaro dove adesso c’è Gelindo, poi ancora con Gianfranco Tonali… Ho fatto sia salto ostacoli sia completo, ma a livello molto basso».

L’insegnamento è venuto di conseguenza?

«È una cosa che mi piace molto. Sono diventata istruttrice federale nel 1993, forse 1994, non ricordo con esattezza, ma in realtà avevo cominciato molto prima. Con mio marito Kurt siamo stati a Merano per tanti anni… ».

Adesso invece siete a Marcon.

«Sì, da tre anni. Abbiamo la nostra associazione affiliata che si chiama Young Dressage Academy all’interno di un centro ippico dove si fa tutto, salto ostacoli, scuola pony, scuola cavalli… Abbiamo la nostra scuderia e il nostro campo. Kurt praticamente non monta più: collabora con un’azienda che produce ostacoli, fa molto il direttore di campo, ma mi aiuta tantissimo, soprattutto quando io sono in giro in gara, cosa che accade molto spesso».

Al dressage come è arrivata?

«Quando stavo a Merano lavoravo tantissimo con il volteggio. Mi è capitato quindi spesso di dover aggiustare un po’ i cavalli con molto lavoro in piano, così mi sono avvicinata a Laura Conz: con lei ho collaborato per tanti anni, lei mi ha dato tutte le dritte possibili e immaginabili… e io ho cominciato a montare in dressage proprio con i cavalli da volteggio. Da lì poi è venuto tutto il resto».

Ma il volteggio l’ha abbandonato?

«A livello agonistico sì. Sono invece il capodipartimento del settore a Roma, in Fise, quindi coordino tutta l’attività di formazione e di organizzazione agonistica».

Del dressage cosa le piace più di tutto?

«Come il volteggio è una specialità a giudizio, quindi bisogna impostare i ragazzi così come i giudici vogliono vederli. Bisogna lavorare molto sulla precisione: e questo a me piace molto. Poi io arrivo dalla musica: che con l’equitazione e il dressage in particolare si sposa molto bene… ».

Trova che ai ragazzi in generale il dressage piaccia?

«In effetti si potrebbe pensare di no, ma in realtà piace, sì. È molto importante avere un elemento trainante: che può essere l’istruttore che magari fa gare ad alto livello, oppure qualche compagno che ottiene risultati importanti… e allora viene tutto più facile. Logicamente bisogna avere anche il cavallo o il pony che permetta di poterlo fare bene».

E a lei in particolare dell’insegnamento cosa piace più di tutto?

«Mi piace tutto, devo dire. Io lo faccio tutti i giorni con la stessa invariata grande passione. Alla mattina monto quattro o cinque cavalli, poi il pomeriggio sto in campo con i miei ragazzi dalle due fino alle sette e mezza di sera».

Con i suoi allievi stabilisce anche un rapporto diciamo umano, oltre che tecnico?

«Oh sì… mamma, babysitter, infermiera, psicologa… tutto. Anche perché molti miei allievi vengono da lontano e quindi qualche volta capita che si fermino a casa mia. Poi bisogna portarli, andarli a prendere… ma abbiamo comunque un bel gruppo di genitori devo dire, tutti sempre disponibili a darsi una mano vicendevolmente. Una bella collaborazione tra tutti noi».

Quanti allievi segue attualmente?

«In scuderia ho una quindicina tra cavalli e pony. Non riuscirei a seguirne di più. Ogni tanto c’è qualche ragazzino esterno che pratica il completo che viene da me a fare qualche lezione di lavoro in piano: e io gli do una mano volentieri».

È soddisfatta dei suoi ragazzi naturalmente…

«Certo! Valentina Remold, Lucrezia Brugnaro, Nina Zennaro e Mael Bombaci sono quelle più avanti nel livello agonistico, ma dietro di loro c’è un bel vivaio che cresce. Ho davvero una buona squadra».

Lei vive anche all’interno del mondo federale: è soddisfatta di come è organizzata la specialità del dressage in Italia?

«In questo momento sì, molto. Laura Conz nel suo ruolo in Fise ha fatto un gran lavoro: programmazioni ben studiate, informazione tempestiva… Adesso è tutto molto più semplice. Per qualunque esigenza o problema Laura è sempre disponibile; poi se si chiama Roma qualcuno almeno risponde: in passato era impossibile riuscire ad avere notizie e informazioni… Però bisogna riconoscere che in effetti per noi la federazione è Laura Conz: se non ci fosse lei saremmo nei guai. E poi devo dire che lavoriamo molto bene anche con il comitato regionale: perché quando si riesce a pianificare per tempo l’attività agonistica allora diventa molto più semplice calibrare gli impegni agonistici di tutti».

 

 

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