ADRIANO DELLA VELLA E IL CRISTALLO: MATERIALE PREZIOSO… !

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

2019.10.26 – Solitamente le persone che legano la propria vita ai cavalli in modo imprescindibile – e soprattutto inscindibile – stabiliscono a partire dalla più giovane età questo rapporto. Da bambini, o quanto meno da ragazzi. Lui no. Adriano Della Vella lungo i primi 38 anni della sua vita ha quasi ignorato l’esistenza dei cavalli…
«Poi un giorno con alcuni miei rappresentanti ci siamo trovati ad Asiago. C’erano i cavalli e così abbiamo deciso di fare una passeggiata, un giretto».

Rappresentanti della sua azienda?
«Sì, a quel tempo avevamo un’industria vetraria, era il 1989».

E quella passeggiata è stato l’inizio di tutto?
«Sì, esatto. Inizialmente con mia figlia Valentina ci siamo appoggiati al Centro Equestre Veneto, a Mogliano. Per i primi anni».

Poi cosa è successo?
«È successo che la passione è cresciuta sempre più… Così a un certo punto ho deciso di farmi liquidare la mia parte dell’azienda dal mio socio e ho iniziato la mia attività con il centro ippico».

Partendo completamente da zero?
«Sì, certo. Da zero».

Da zero nel senso che il centro ippico non esisteva nemmeno, giusto?
«Esatto. Ho cercato una posizione strategica che potesse in qualche modo riferirsi a più province e l’ho trova a Casale sul Sile. Dove infatti ho comperato il terreno».

Un terreno… vuoto?
«Campi. Una distesa di campi. Abbiamo cominciato i lavori nel 1994».

Ed è nato così il Circolo Ippico del Cristallo.
«Sì, è nato così».

Con l’idea di dedicarlo prevalentemente alle manifestazioni agonistiche?
«Beh, a dire il vero l’idea iniziale era quella di creare un centro polisportivo e multifunzionale: ovviamente cavalli, ma poi anche tennis, piscina, atletica… Però non ci siamo riusciti. Per un po’ di tempo abbiamo fatto tiro con l’arco, come attività extra sport equestre, ma poi abbiamo smesso».

Quindi vi siete concentrati completamente sui cavalli.
«Sì. Io faccio l’industriale da tanto tempo e avevo fatto i calcoli circa la possibile attività. Secondo me una società deve guadagnare per fare investimenti e quindi crescere sempre più. L’idea era quindi di dedicarsi all’organizzazione dei concorsi con questo obiettivo».

Ma anche di avere cavalli a pensione e una scuola di equitazione, no?
«Certo, ma solo con i cavalli a pensione è molto dura far quadrare il bilancio. Diciamo che anche al giorno d’oggi l’attività principale è l’organizzazione dei concorsi. Anche se non si guadagna più come una volta: perché le entrate hanno mantenuto più o meno lo stesso valore, e mi riferisco al costo delle iscrizioni e del box, mentre le spese sono aumentate vertiginosamente. Senza ovviamente calcolare tutti i soldi che sono stati investiti nell’attività… ».

Comunque il Cristallo ha avuto da subito un bel successo!
«Beh, devo dire che la gente viene volentieri qui. Noi raccogliamo un’utenza che proviene prevalentemente dal nord est, mentre lo Sporting Club Paradiso di Sommacampagna, che qualcuno sostiene sia un mio concorrente… invece siamo in ottimi rapporti di amicizia, dicevo che invece il Paradiso è più orientato verso nord ovest. Non ci diamo assolutamente fastidio, insomma».

Come è organizzata la gestione del Cristallo?
«Ah, totalmente familiare. Io non voglio nessuno di esterno. Siamo io, mia moglie, mia sorella, mia figlia Valentina e suo marito Davide. Davide fa l’istruttore, ma di istruttori ne abbiamo anche altri».

Tutti dedicati ai cavalli, quindi.
«Sì, ma anche ai motori! Mio nipote Massimiliano, figlio di Valentina e Davide, che ha 15 anni, quest’anno per la quarta volta è campione d’Italia di Racing Quad nella categoria JF250 Pro… Mentre sua sorella Carlotta monta a cavallo».

Oggi quali sono gli obiettivi che si pone il Cristallo?
«Stiamo facendo un po’ di investimenti perché il tempo passa e bisogna mantenersi all’altezza delle aspettative dell’utenza. Così abbiamo cambiato la sabbia del terreno del campo prova, adesso ne stiamo aggiungendo a quello del campo gara, abbiamo irrobustito i box… La gente vuole sempre le novità, del resto. E noi dobbiamo dargliele… !».

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