ALBERTO GULINELLI: MAESTRO SPETTACOLARE

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

 

Alberto Gulinelli non era veneto, essendo nato a Bologna (il 30 novembre 1914): ma in Veneto ha vissuto la parte più consistente e decisamente migliore della sua carriera di insegnante di equitazione e di vero e proprio maestro fino alla fine dei suoi giorni (ci ha lasciato il 3 aprile del 1990), trasferendo la sua conoscenza e la sua cultura specifiche a una grande quantità di allievi tra i quali i fratelli Paolo e Antonio Rasero, Sante Bertolla e Stefano Nogara potrebbero essere certamente indicati come le ‘vette’ più rilevanti. Sono state Padova e Abano Terme le zone in cui Alberto Gulinelli ha dato vita al suo magistero: alla Scuola Padovana di Equitazione (prima dell’arrivo del grandissimo Efisio Murtas, quindi fine anni Cinquanta) e poi al Centro Ippico Euganeo alle porte della cittadina termale, oltre a una breve parentesi vicentina. Tutto questo in un arco di tempo che termina alla fine degli anni Settanta: in seguito Gulinelli si è dedicato solo ed esclusivamente a qualche allievo da lui reputato interessante, come nel caso appunto di Stefano Nogara.

Nel ruolo di istruttore Alberto Gulinelli possedeva una dote quasi sovrannaturale: riusciva a convincere il suo allievo di poter essere ciò che non era e che nemmeno mai sarebbe divenuto. Non si trattava però di una sorta di sofisticazione chimica dell’allievo, di manipolazione della realtà fine a sé stessa: poiché infatti la capacità di trasferire questa convinzione generava nel giovane cavaliere un processo di apprendimento e di sviluppo tecnico tale da permettergli di andare spesso ben oltre i propri limiti. Alberto Gulinelli aveva un tipo di severità estroversa, espansiva: le sue lezioni erano degli scoppi di fuochi d’artificio, erano colore puro. Alberto Gulinelli sui propri allievi attivava un processo di espiazione prima e di iniziazione poi: tu adesso cancelli tutto, riparti da zero, poi ti ricostruisci come dico io, quindi sarai un cavaliere nuovo e forse potrai pensare di ottenere il successo. Alberto Gulinelli usava la timbrica vocale, le espressioni del volto, la gestualità, le metafore per arricchire un messaggio che prima di tutto trovava il suo fondamento nella profonda conoscenza del cavallo e dell’equitazione, in secondo luogo nel fascino che lui sapeva irradiare tutt’intorno a sé. Alberto Gulinelli sembrava capace di trasporre il montare a cavallo, l’insegnamento del montare a cavallo e il simmetrico apprendimento, in una dimensione quasi teatrale nell’accezione più nobile e raffinata. E in effetti Gulinelli uomo di spettacolo lo è stato davvero nella sua vita piena di cose, prima di diventare l’istruttore di equitazione di cui abbiamo fin qui detto: nel 1950, dopo aver chiuso la carriera militare alla fine della guerra con il grado di tenente colonnello e aver conseguito la laurea sia in Scienze Politiche sia in Giurisprudenza, diventa impresario teatrale. E un anno più tardi accadono i fatti che in qualche modo si rappresentano nella fotografia qui pubblicata.

Dunque, succede che un giorno il marchese Duccio Marzichi Lenzi durante un concorso ippico a Milano decida di disfarsi della sua cavalla Oretta da Paglierini, esasperato dalle intemperanze – talvolta vere e proprie pazzie – che lei metteva in atto ogni qualvolta si trovava in gara. Gulinelli, che era presente a quel concorso pur essendo lontano in quel momento dal mondo dello sport equestre, decide di comprare Oretta, spinto da un impulso che perfino lui stesso non ha mai saputo spiegare e giustificare a chi in seguito gliene ha chiesto conto. Bene: in breve tempo il binomio Alberto Gulinelli/Oretta da Paglierini sale alla ribalta delle cronache giornalistiche nazionali, ma per motivi che con lo sport nulla hanno a che fare.

Gulinelli infatti riesce a stabilire con la sua cavalla un rapporto talmente particolare da poter essere vissuto in maniera decisamente bizzarra. Per esempio andando a passeggio per le strade di Bologna: lui con Oretta al seguito. Senza nemmeno una capezza e una longhina… Oppure divenendo abituali frequentatori di un noto ristorante del centro della città: con Oretta che aspetta pazientemente in sala che Gulinelli termini il suo pasto stando lì, vicino a lui, di fianco al tavolo… La fama di Oretta dilaga: la cavalla e Gulinelli vengono addirittura invitati al Teatro Duse per uno spettacolo di Wanda Osiris, e insieme salgono sul palco per omaggiare la grande attrice. Poteva mancare il cinema? Certo che no: Oretta e Gulinelli si trasferiscono a Roma, dove la cavalla interpreta la parte del protagonista a quattro gambe nella commedia firmata da Garinei e Giovannini “Attanasio cavallo vanesio” con Renato Rascel, Lauretta Masiero e Sandra Mondaini.

La foto che qui pubblichiamo vede Alberto Gulinelli insieme alla sua Oretta: «Lei rimaneva ferma in quella posizione senza assolutamente pesare con la sua gamba su di me fino a che non le dicevo di muoversi». Insomma: una cosa oggi al limite dell’incredibile, se non vi fossero i ritagli di tutti i maggiori rotocalchi dell’epoca che – ovviamente – con una ‘storia’ del genere sono andati a nozze. Tuttavia dopo due anni di una vita simile Alberto Gulinelli si stufa di fare il fenomeno da spettacolo e torna al mondo dello sport e dell’insegnamento: per la gran fortuna di tutti quelli che in Veneto sarebbero divenuti suoi allievi in seguito… ! E inizia così la sua seconda vita, la vita del Gulinelli ‘veneto’, il Gulinelli che certamente deve essere ricordato come uno dei più grandi istruttori tra quelli che hanno lavorato nella nostra regione. Anzi, per la precisione il dottor Gulinelli… Sì, perché durante quegli anni in Veneto non era più nemmeno necessario usare il suo nome e cognome per identificarlo: bastava dire “il Dottore” ed era subito chiaro che si stava parlando di lui. Di Alberto Gulinelli.

 

Potrebbero interessarti anche...