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credit Silvia Bonazzi Ph |
di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com Jan Tops è olandese. Profondamente olandese. Quindi dentro di lui c’è tutto quello che nel corso della storia ha reso gli olandesi un popolo di esploratori, viaggiatori, commercianti, gran lavoratori, allevatori e agricoltori, calcolatori in senso positivo. Prendete tutte queste caratteristiche, mischiatele per bene, buttatele dentro il mondo dei cavalli e dello sport equestre e avrete Jan Tops. Un uomo il cui pur notevole successo come cavaliere (stilisticamente brutto, ma tremendamente efficace: va detto) con quattro medaglie internazionali tra cui l’oro olimpico nel 1992 è stato decisamente superato da quello ottenuto come ‘imprenditore’ nel settore salto ostacoli: commercio con la sua scuderia a Valkenswaard, organizzazione con l’idea Global Champions Tour, training con l’intera squadra del Qatar ai suoi ordini… il tutto da vero vincente. La sua scuderia ha prodotto un’infinità di campioni a quattro gambe, e anche qualcuno… a due se si considera che tra i cavalieri di casa ci sono stati i signori Steve Guerdat e Daniel Deusser… Proprio il tedesco Deusser (attuale detentore della Coppa del Mondo, così come Guerdat campione olimpico in carica) è stato l’ultimo ‘stable-jockey’ a Valkenswaard: dopo il suo distacco Jan Tops è rimasto senza cavaliere, con la sola Edwina Alexander (sua moglie) impegnata con i cavalli di massimo livello nei concorsi di maggior prestigio. Adesso però Tops ha deciso che è il momento di avere nuovamente un cavaliere bravo e determinato al quale affidare buona parte dei cavalli della scuderia nel lavoro a casa e nelle uscite in concorso. E ha fatto la sua scelta: il nostro Alberto Zorzi! Alberto Zorzi se ne va dunque a Valkenswaard… «Eh sì. Una cosa fantastica. Una grande opportunità davvero». Come è nato il contatto con Jan Tops? «Grazie a Massimo Maggiore. Nel 2013 a Verona durante la Fieracavalli lui ha parlato di me a Tops mentre era in corso la trattativa per l’acquisto di Lintea Tequila, la cavalla di Licinio Grossi. Jan ha ascoltato ma lì per lì non è successo niente. Poi circa un mese fa lui ha chiesto a Massimo se io ero ancora disponibile, Massimo ha detto di sì e… ecco, la cosa è nata così». Ma Jan Tops la conosceva come cavaliere? «No, non credo proprio. Infatti ha voluto vedere diversi video, poi mi ha convocato a Valkenswaard due settimane fa per una specie di prova». Come si è svolta la prova? «Sono arrivato lì, ho subito montato uno dei cavalli da commercio che loro consideravano mediocre e che invece per me era un fenomeno, poi siamo andati a mangiare tutti insieme, poi siamo tornati in campo e ho montato altri quattro cavalli, tra i quali uno di Edwina e uno giovane, un 6 anni: tutti cavalli favolosi… Poi ho montato ancora il giorno seguente». E Tops cosa faceva? La guardava, le diceva qualcosa, la lasciava fare… ? «Mi guardava, ma non si è staccato mai un solo secondo dal telefono! Sempre a parlare di lavoro, di cose da organizzare, di clienti da incontrare, di cavalli da provare… Pazzesco, però mi ha guardato con grande attenzione». E poi ha detto ok? «Sì, esatto: ha detto ok. Va bene. Si fa». Quindi i termini dell’accordo in cosa consistono? «Semplice: dovrò montare buona parte dei cavalli da commercio e poi quelli di Edwina che devono crescere e fare esperienza su gare medie mentre lei è in giro a fare i grossi concorsi». E lei sarà l’unico cavaliere a Valkenswaard oltre a Edwina Alexander: un bell’impegno! «Eh sì, sarà difficile e anche faticoso credo, ma non vedo l’ora di cominciare. Io ce la metterò tutta per fare del mio meglio: e poi vedremo dove si potrà arrivare». Quando comincia? «Il 6 aprile. Inizialmente si era parlato del primo maggio, poi Tops mi ha telefonato per chiedermi di anticipare: ha già pianificato una settimana di lavoro a casa, poi uno Csi a tre stelle in Germania e poi il due stelle contestuale alla tappa del Global Champions Tour di Anversa». È già prevista una durata minima per il suo impegno a Valkenswaard? «Due anni per cominciare, ma Jan ha detto che potremo andare avanti anche tutta la vita se ci troviamo bene… Lui vuole iniziare una nuova avventura con un nuovo cavaliere». Un bel carico di responsabilità però… «Molto stimolante!». Che poi lei e Daniel Deusser siete anche abbastanza simili: alti, longilinei, un’equitazione in leggerezza… «Eh… diciamo che io sono molto più scarsino… molto più scarsino». Continuerà a vestire la divisa dell’esercito? «Certo! Il colonnello Perugini è contentissimo di questa cosa e mi ha incoraggiato con grande partecipazione. Gli sono molto grato di questo. E ovviamente da parte di Tops non c’è alcun problema». La gente, la sua famiglia… cosa le hanno detto? «I miei genitori sono contenti: se sono contento io lo sono anche loro. La mia compagna Annalisa poi è stata fondamentale nell’incoraggiarmi ad accettare la proposta di Tops. La gente… beh, tutti mi hanno detto che sono molto fortunato ad avere la possibilità di lasciare l’Italia. È brutto da dire, in effetti, ma forse è vero… ». Tra l’altro lei ha sempre detto di stare benissimo a casa sua e che per nulla al mondo si sarebbe mai mosso. «Esatto. Confermo. Io in Italia e a casa mia sto benissimo. Ma di fronte a una proposta del genere una persona che monta a cavallo non può dire no: questa è stata la prima volta in cui ho preso in seria considerazione l’ipotesi di lasciare l’Italia». Come se la caverà con la lingua? «Ecco, questa è la difficoltà maggiore. Dovrò potenziare il mio inglese. Però non parto proprio da zero: diciamo da zero virgola cinque… !». In bocca al lupo allora! «Crepi il lupo. Non vedo l’ora… ». |