CAVALLARO: SUPER ANNA È ANCORA MONDIALE

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

2017.03.06 – Anna Cavallaro è un fenomeno meraviglioso: lʼatleta veronese ha vinto lo scorso fine settimana a Dortmund (Germania) la sua terza finale di Coppa del Mondo, dopo quelle conquistate a Braunschweig nel 2013 e a Bordeaux nel 2014. In … ʻsellaʼ a Monaco Franze e alla longia dellʼormai leggendario Nelson Vidoni. Anna Cavallaro sta costruendo qualcosa di cui si parlerà a lungo nel grande libro della storia dello sport.

«Sono molto contenta, e in questo momento… lo confesso, anche molto, molto rilassata!».

Se dovesse fare una comparazione tra i suoi tanti trionfi internazionali, questa vittoria a che punto la collocherebbe e come la descriverebbe?

«Di certo è stata una delle vittorie più sudate e più complicate da ottenere. Abbiamo dovuto stringere i denti un bel poʼ perché alla partenza le cose si erano messe davvero male».

Male in che senso?

«Purtroppo il sabato prima della partenza ho ricevuto un morso da un cavallo addirittura su due punti del mio braccio. Domenica 27 febbraio siamo comunque partiti ma mi è venuta una febbre altissima. Siamo arrivati in Germania andando alla ricerca di un medico, che poi mi ha messo sotto antibiotico. In quel momento quindi non sapevamo se sarei stata in grado di gareggiare, o comunque in che modo eventualmente avrei potuto farlo. E dire che eravamo in un momento di forma favolosa… ».

Una grande ansia quindi…

«Sì, davvero. Sono stata ferma senza allenarmi fino a martedì, poi ho provato a fare qualcosina ma, a parte il dolore, ero veramente debilitata dagli antibiotici. Mercoledì ci siamo spostati verso Dortmund, poi giovedì cʼè stata la visita veterinaria e nel pomeriggio la warm-up: fortunatamente abbiamo verificato che comunque come condizione fisica cʼeravamo, che eravamo in buona situazione di allenamento, e allora lì mi sono sentita davvero rinascere e ho tirato fuori le unghie, i denti e tutto quello che potevo… Ecco perché è stata forse la più difficile tra le mie vittorie».

E da un punto di vista tecnico e agonistico, a prescindere da queste avventurose premesse?

«È stata una gara un poʼ… pazza, diciamo. Perché abbiamo deciso di portare in una finale un tema nuovo, una tutina nuova e un esercizio nuovo, mai provati prima in gara: cosa inusuale per noi, dato che solitamente testiamo in qualche prova precedente le eventuali novità. È la prima volta che facciamo una cosa del genere. Abbiamo voluto creare lʼeffetto stupore!».

Quindi un azzardo o piuttosto un rischio calcolato?

«Direi un rischio calcolato. Perché il tutto era già stato preparato molto bene e attentamente a casa: eravamo pronti, insomma. Solo che non avevamo mai sottoposto il programma a una giuria in un contesto agonistico».

E che tema avete proposto?

«Il lupo. Abbiamo pensato che fosse un tema di grande attualità, con le numerose discussioni che ci sono state ultimamente sulla necessità di salvaguardare e proteggere questo meraviglioso animale. Quindi la base musicale è stata realizzata appositamente sullʼesercizio, corredata di ululati e di situazioni armoniche che richiamano lʼimmagine del lupo. Anche la tutina è stata realizzata a tema, ovviamente: con anche degli inserti di pelo!».

Dopo la prima giornata quali pensieri le sono venuti?

«Beh, direi che la warm-up mi aveva già rassicurato abbastanza. Non serviva ovviamente per la classifica della gara ma solo per stabilire lʼordine di partenza, quindi sono stati dati i punteggi e abbiamo visto che il tema era piaciuto e soprattutto che da un punto di vista artistico e tecnico cʼeravamo. E lì abbiamo detto ci siamo, possiamo farcela, dobbiamo stringere i denti e lottare fino alla fine».

Venerdì la prima manche.

«Sì, è stata una giornata lunghissima perché la gara era alle sette di sera, quindi la tensione saliva, saliva, saliva nel corso della giornata… Poi il libero è andato molto bene, molto pulito sotto lʼaspetto tecnico, decisamente migliore del giorno precedente nella warm-up».

Ma quando si deve gareggiare così tardi non sarà facile vivere tutte le ore che precedono… Come organizza il suo tempo in questi casi?

«Infatti è stata una giornata molto intensa. Nelson si è alzato la mattina presto ed è andato a dar da mangiare a Monaco, mentre io sono rimasta in albergo. Poi lui è tornato, siamo andati a fare colazione insieme e poi siamo andati allʼarena. Abbiamo passeggiato un poʼ Monaco, poi abbiamo mangiato e il pomeriggio siamo andati a fare un brevissimo riposo in albergo, più che altro per staccare un pochino la spina. Alle tre ho cominciato a prepararmi perché il trucco e la pettinatura richiedono una buona quantità di tempo».

Non cʼè il rischio di arrivare a sera un poʼ stanchi?

«No, no: anche perché la tensione tiene su bene! Logicamente non si deve andare in giro a camminare per la fiera tutto il giorno: bisogna gestire bene le forze e le energie».

Nel frattempo il braccio migliorava?

«Sì, anche se lʼematoma continuava a crescere. Più di tanto non mi faceva male: durante gli esercizi non mi dava molto fastidio, salvo quando mi appoggiavo fisicamente sul fascione… Allora lì sì, sentivo un forte dolore, ma sinceramente non mi sarei fermata per nulla al mondo».

Ma quale punto del braccio è stato morso?

«Bicipite e avambraccio».

Caspita: una vera e propria aggressione, quindi!

«Sì, esatto. Proprio unʼaggressione… ».

Lʼultima manche?

«Alle undici, quindi più semplice nella gestione dei tempi e anche della tensione. Anche se poi al momento della gara ho sentito tutto il peso della responsabilità… Ero molto emozionata. Sentivo la voglia di arrivare, ma allo stesso tempo lʼagitazione mi tirava un poʼ indietro in alcuni esercizi. Non mi sono sentita sicura al cento per cento, come invece il giorno precedente. Ma alla fine il libero che ho fatto ci ha consentito di mantenere un distacco di un decimo e mezzo dalla seconda classificata».

A proposito di classifica: anche Silvia Stopazzini ha fatto una gara favolosa, con il suo terzo posto finale!

«Sì, assolutamente, molto bello. E con Lorenzo Lupacchini un ottimo Pas des Deux. Hanno lavorato molto bene e hanno meritato davvero il loro primo posto».

LʼItalia è stata quindi eccellente protagonista a Dortmund.

«Sì. LʼItalia ha stupito: forse qualche tedesco non si aspettava una tale serie di risultati, ma alla fine lʼItalia si è confermata in vetta al mondo direi».

Quando lei ha terminato il suo esercizio al termine della seconda e ultima manche cosa ha pensato?

«Eh… mi chiedevo se quello che ero riuscita a fare sarebbe bastato! Siamo usciti, abbiamo coccolato un poʼ Monaco, poi sul tabellone sono comparsi pian piano i risultati e appena ho visto il numero uno mi sono voltata verso Nelson e gli ho detto semplicemente: “Abbiamo vinto!”… Ed è stata una liberazione, davvero».

Monaco Franze si è confermato ormai senza alcun dubbio.

«Certo, certo: è stato il miglior cavallo in assoluto di tutte le gare, sia individuali sia di Pas des Deux. Non è mai sceso sotto lʼotto! Siamo sempre più fieri di questo cavallo, che nellʼarco di un anno è arrivato a livelli che obiettivamente non ritenevamo possibili. Se un anno fa qualcuno mi avesse detto che oggi io avrei vinto con lui la Coppa del Mondo non ci avrei creduto assolutamente».

Questo risultato le darà una bella carica per lʼimmediato futuro.

«Certo. Adesso lʼobiettivo è il Campionato dʼEuropa, che è la prima settimana di agosto in Austria, a Ebreichsdorf. Adesso penseremo alle qualifiche e al programma di lavoro per arrivarci al meglio. Quello è il mio obiettivo».

 

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