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photo @ Daniel Kaiser |
2014.02.08 – Lo sport equestre azzurro da oggi ha trovato il suo idolo. Una ragazza minuta ma atletica, dal sorriso smagliante e dalla volontà di ferro dentro un corpo che si muove sfidando e vincendo la forza di gravità e la convenzione dei movimenti di articolazioni, muscoli, ossa e tendini. Anna Cavallaro: campionessa di Coppa del Mondo. Anna Cavallaro: due volte campionessa di Coppa del Mondo. Quindi più che campionessa, vera e propria regina: il mondo è suo. Bordeaux come Braunschweig: il 2014 come il 2013. La volteggiatrice veronese ha davvero dominato la finale della Coppa del Mondo a Bordeaux, assicurandosi il primo posto in entrambe le prove che il 7 e l’8 febbraio hanno messo in palio il prestigioso trofeo mondiale e conservando così il titolo già vinto lo scorso anno in Germania. Il tutto sempre in compagnia degli altri due fondamentali componenti questa strepitosa squadra azzurra: il diciassettenne Harley, infallibile metronomo oltre che sicura certezza, e soprattutto il longeur allenatore e preparatore Nelson Vidoni, argentino friulano che ora sogna – con tutte le ragioni – il podio del Campionato del Mondo di quest’estate in Normandia. « È stata una gara molto dura, perché ho veramente sentito il fiato sul collo di Simone Jaiser (l’elvetica seconda classificata, n.d.r.). Lei ha lavorato molto bene in entrambe le giornate, ma per fortuna i punteggi hanno dato ragione a me!», dice la campionessa azzurra. «Ero molto concentrata», continua Anna Cavallaro, «e Harley si è comportato molto bene. Siamo riusciti a eseguire un libero senza errori, sono molto contenta. Questo è il mio primo appuntamento importante della stagione, ma è senz’altro un ottimo trampolino di lancio per i prossimi World Equestrian Games di agosto in Normandia. La stagione è stata difficile ma questa vittoria ha dato a tutto il team una forza immensa, rendendoci consapevoli che con impegno Nelson, Harley e io possiamo essere una squadra davvero forte, che porta in alto non solo i colori della nostra associazione La Fenice, ma anche quelli di tutta l’Italia equestre». |