GRETA CALLEGARI

Greta Callegari a Romadi Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

Dentro il cuore, il cervello e gli occhi di Antonio Tabarini, del colonnello Stefano Scaccabarozzi e del maggiore Andrea Mezzaroba scorre la storia dell’equitazione sportiva moderna: dal suo principio fino ai giorni nostri. E se loro tre (cavalieri di classe sopraffina oltre che tecnici di grande esperienza e capacità) nello scenario favoloso di Piazza di Siena componendo il collegio giudicante decidono che la sedicenne padovana Greta Callegari sia meritevole del primo posto su settantanove concorrenti nella categoria di stile… beh, lei, Greta, ha tutte le ragioni per andare fiera e orgogliosa di sé stessa, del suo cavallo, del suo istruttore, dei suoi genitori. Piazza di Siena, Roma, Coppa dei Giovani “Bruno Scolari”, 24 maggio 2015.
«Davvero una grandissima soddisfazione. All’inizio non mi aspettavo assolutamente nulla, per me il solo fatto di essere arrivata a Piazza di Siena era già una gioia enorme».

 

Il primo posto nella classifica di stile vuol dire molto, no?

«Sì, certo, perché viene valutato il binomio per la tecnica, per l’insieme cavallo/cavaliere. Non è solo un risultato: è anche diciamo una critica costruttiva utile per crescere. Io sono felicissima di questo risultato, più di quanto lo sarei stata se avessi chiuso al primo posto la categoria a tempo (nella quale al termine dei due percorsi Greta Callegari si è classificata al settimo posto a zero penalità, n.d.r.)».

Ma il perfezionamento dello stile in sella è uno dei suoi obiettivi anche durante il lavoro quotidiano a casa?

«Sì certo, io e il mio istruttore Giorgio Pavan lavoriamo assiduamente su questo. Tutto il lavoro del binomio è basato su quello alla fin fine. Anche nel Progetto Giovani che ho fatto per parecchi anni c’era la gara di stile, del resto».

Con Giorgio Pavan che tipo di rapporto avete stabilito?

«Giorgio per me è come uno zio acquisito! Siamo molto uniti, nonostante io sia arrivata alla Scuola Padova di Equitazione abbastanza di recente».

E prima dove montava?

«Al Gondrano e Berta con gli istruttori Tiarca».

Quindi anche loro hanno avuto un ruolo importante nella sua formazione.

«Assolutamente! Loro mi hanno portato dall’essere una bambinetta che faceva le 100 fino al 1° grado».

Che tipo di prospettive immagina per la sua carriera di amazzone?

«Beh, dunque, i principali obiettivi sono un Gran Premio e un Campionato d’Europa. Lavoreremo con Giorgio per arrivarci, ci siamo già messi all’opera. Spero di farcela, perché poi con l’università sarà difficile conciliare tutto, scuola, studio ed equitazione… ».

Però per l’università c’è ancora un po’ di tempo no?

«Eh beh, diciamo che essendo in quarta devo cominciare a preoccuparmi. Ma devo ancora decidere cosa fare, quindi… ».

Che scuola frequenta adesso?

«Il liceo scientifico Don Bosco a Padova».

Le piace studiare?

«Ehhh… diciamo che quello con lo studio è un rapporto abbastanza complicato nel senso che non è la cosa che preferisco fare… ».

Sì, ma è consapevole dell’importanza che la scuola riveste nella sua formazione di persona, oppure pensa di dedicarsi in futuro solo ai cavalli?

«No, io sono perfettamente consapevole dell’importanza che ha la scuola, infatti per questo ho deciso di fare il liceo scientifico e di andare all’università dopo. Sicuramente sarà difficile conciliare tutto: se non ce la farò a mantenere il ritmo di studio universitario ovviamente diminuirò la quantità di tempo dedicata allo sport, ma non abbandonerò mai l’equitazione».

I suoi genitori sono persone di cavalli?

«Guardi, noi siamo una vera e propria ippofamiglia. È vero che l’equitazione è uno sport individuale basato su un binomio, anzi trinomio contando anche l’istruttore, però anche l’aiuto dei genitori è fondamentale. Mio padre è quasi come se fosse il mio secondo tecnico: anche lui montava da giovane, mi dà un sacco di consigli e mi fa anche un sacco di critiche, mentre mia madre è comunque molto coinvolta tanto che spesso quando siamo in concorso e io vado a fare la ricognizione del percorso è lei che mi prepara il cavallo e tutto il resto».

Quindi una bella condivisione tra voi di questa esperienza.

«Sì assolutamente, l’equitazione è diventata una passione di famiglia, non solo il mio sport».

Voi abitate a Padova?
«Per conciliare meglio sport e scuola io mi sono trasferita a Padova l’anno scorso a casa di mia nonna: ma casa nostra è a Camposampiero».

Il suo cavallo Hasting Rock come è arrivato a voi?

«L’aveva in scuderia Luciano Campagnaro. Io stavo cercando un cavallo per passare dalle 120 alle 130. Prima avevo una cavallina grigia con qualche limite: bravissima fino a quel limite, ma oltre le barriere cadevano… Quindi avevo bisogno di un cavallo che mi aiutasse a fare questo passaggio. Un giorno Luciano ci ha chiamato dicendo che aveva un cavallo che poteva forse andare bene a me: sono andata a provarlo ed è stato amore a prima vista! Lo abbiamo acquistato meno di un anno fa».

La squadra del Veneto che a Roma ha gareggiato nella Coppa dei Giovani è un bel gruppo?

«Siamo cresciuti tutti assieme: partendo dalle gare più piccole fino a questa bellissima trasferta di Roma. Arrivare a Piazza di Siena tutti insieme è stato meraviglioso: un’esperienza che non avrei voluto fare con nessun altro. Siamo davvero tutti amici».

Secondo lei quindi è importante un buon rapporto tra i componenti una squadra? Migliora le prestazioni?

«Ne sono certissima. Sì, perché se magari uno commette un errore e nella squadra non c’è un buon rapporto possono facilmente nascere tensioni e conflitti; invece se c’è amicizia qualunque problema si affronta con serenità, qualunque difficoltà si supera con l’aiuto degli altri».

Lei che tipo di persona è: si emoziona, è una fredda… ?

«Io sono una fredda, non sento assolutamente la tensione. Anche nei giorni precedenti Roma: a dire la verità mi sembrava più in tensione Giorgio, il mio istruttore… io invece ero calmissima».

Come si svolge il lavoro quotidiano con Giorgio Pavan?

«Saltiamo poco. Lui tiene moltissimo al lavoro in piano, alla precisione, alla correttezza e alla puntualità degli interventi. Lavoriamo tanto su piccoli ostacoli in esercizio. Un tipo di lavoro che mira alla costruzione e al miglioramento continuo dell’intesa tra i due componenti il binomio».

Al di fuori dell’equitazione ha delle passioni particolari?

«Diciamo che l’equitazione impiega la maggior parte del mio tempo. Quello che rimane lo dedico ai miei amici».

Ma letture, musica…

«Ah sì, certo, io sono una grande ascoltatrice di musica. Anzi, prima delle gare io ascolto sempre musica perché mi aiuta a trovare la giusta concentrazione. È uno dei principali metodi che io uso per concentrarmi».

Cosa ascolta?

«Principalmente musica rap, ma mi piacciono tutti i generi musicali, nel senso che passo da Mozart al rap appunto».

Letture?

«Sì, leggo tantissimo anche perché mi piace scrivere. E la lettura ovviamente aiuta molto la scrittura».

Preferenze?

«John Green. E “Cercando Alaska” è il mio romanzo preferito».

Programmi per questa stagione?

«Ci stiamo preparando per il Campionato d’Italia. Cercheremo di piazzarci bene e poi si vedrà… Non abbiamo ancora deciso un percorso dopo Piazza di Siena, anche perché Piazza di Siena era l’obiettivo principale di quest’anno… e che direi che lo abbiamo raggiunto!».

 

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