LA NASCITA DELLA SCUOLA DI VERONA
Nella foto tratta dal Cavallo Italiano, il gruppo dei cavalieri seniores che si sono ‘esibiti’ il giorno dell’inaugurazione del Centro Ippico Veronese: da sinistra Lamberto Micheloni, Gustavo Tedeschi, Marcello Vaona, Gastone Galanti (direttore tecnico del centro), Piero Sogliani (futuro protagonista del ritorno dello sport equestre in Fieracavalli), Pino Chevallard, Franco Munarini.
di Umberto Martuscelli per Fise Veneto
“La città Scaligera ricca di gloriose e vecchie tradizioni nel campo degli sport equestri, dopo un lungo periodo di assenza dalle competizioni nazionali e da ogni attività è tornata alla ribalta aggiungendosi come luminosa stella alla costellazione della Fise”: così comincia l’articolo che sulle pagine del Cavallo Italiano di Ottobre/Dicembre 1954 annuncia la nascita di quello che oggi tutti noi conosciamo come Nuovo Circolo Ippico Scaligero e che per anni era stato Società Ippica Veronese. Una nascita – con il nome di Circolo Ippico Veronese – che si colloca in un periodo storico decisamente particolare: quello cioè dello sviluppo e dell’espansione sul territorio nazionale delle scuole di equitazione civili, dopo che lo sfacelo della guerra aveva azzerato completamente le strutture militari di Pinerolo e Tor di Quinto, vale a dire le principali fonti di approvvigionamento dello sport equestre italiano a partire dai primi anni del Novecento. Al termine del secondo conflitto mondiale l’equitazione sportiva in Italia si può dire che quasi non esistesse: le poche scuole che avevano avviato la loro attività poco prima dello scoppio della guerra erano state devastate e le loro risorse di uomini, cavalli e strutture di fatto annientate; i centri militari e i reggimenti di cavalleria dissolti. Ma la volontà di ripartire e ricostruire è stata più forte delle pur tremende avversità, trovando nelle iniziative locali nuova linfa; ma soprattutto ricevendo da Ranieri di Campello un impulso formidabile: l’allora presidente della Fise è stato il primo e più convinto fautore dello sviluppo delle iniziative private e civili grazie alle quali rivitalizzare l’agonizzante sport equestre italiano. I primi anni Cinquanta sono dunque caratterizzati da questo fervore di rinascita: ed è questo il quadro generale nel quale si colloca per l’appunto l’avvento del sodalizio veronese.
“Ancora ieri, all’alba di questo maggio, su un arido palmo di terra, con tre cavalli quasi selvaggi, tali da incutere rispetto a un veterano dello sport, questi appassionati iniziarono la loro attività, richiamando intorno a loro prima lo scetticismo e poi l’attenzione degli altri”, continua il Cavallo Italiano. “Dopo poche settimane nasceva il Circolo Ippico Veronese, e il 3 ottobre scorso, con il consenso della città e larga partecipazione di autorità e pubblico aveva luogo una indimenticabile cerimonia inaugurale. (…) In una suggestiva posizione, a qualche centinaio di metri dal centro della città, sulla riva sinistra dell’Adige, sorge la sede sportiva del circolo. Quasi increduli, i cittadini veronesi varcarono l’ingresso del campo e sembrò loro un miraggio, la complessità degli impianti in sì poco tempo realizzati. Con il lavoro anche manuale dei soci, con l’aiuto morale e materiale del Comandante la Divisione Corazzata Centauro, generale di Divisione Gino Boccia, il ‘Boschetto’ – così si chiama la località – ha assunto un aspetto che ricorda la vecchia Baudenasca. All’inizio del campo è situato il campo-ostacoli ben fornito di ogni impianto fisso e mobile. Subito dopo sorge un ampio maneggio scoperto al cui fianco è stato costruito un elegante chalet svizzero con bar, spogliatoio, camera delle riunioni e terrazza panoramica. Alle spalle del maneggio, penetrando in un pittoresco bosco si sviluppa la pista sabbiosa per oltre mille metri, con varie diramazioni interrotte da ostacoli fissi. E per finire, al guado dell’Adige si raggiunge un’isola fitta di vegetazione con oltre 400 metri di pista per i cross, oltre passaggi ideali di campagna. I dirigenti del circolo, tra i quali figurano non pochi dei promotori, hanno con oculata scelta affidato la direzione tecnica al sig. Gastone Galanti, nome ben noto per il brillante passato nel campo degli sport equestri, il quale ha profuso nell’iniziativa passione e competenza collaborando spalla a spalla con i soci del circolo. La scuderia, fornita di box e poste fisse, raccoglie dieci buoni cavalli”.
L’articolo sul Cavallo Italiano poi prosegue elencando le personalità civili e militari intervenute alla cerimonia di inaugurazione il 3 ottobre 1954 (l’ispettore nazionale della Fise Emanuele Beraudo di Pralormo, il segretario generale della Fise Ennio Marongiu, poi le autorità locali prefetto, questore, sindaco e il comandante delle forse terrestri del Sud-Est Europa, oltre alla contessa Vittoria Guarienti Calvi di Bergolo che taglia il nastro inaugurale) per poi dire dell’esibizione preparata da Galanti: “Successivamente il sig. Galanti presentava due squadre di juniores al lavoro in maneggio e una squadra di seniores su un percorso di campagna effettuato parte in sezione, parte a coppie e parte a terziglie, chiudendo la ben riuscita dimostrazione con un passaggio singolo di un alto siepone eseguito con stile impeccabile dai seniores”. Per poi concludere: “Siamo lieti che questa nuova linfa vitale abbia pervaso l’ambiente scaligero come una promessa di cui si fa mallevadrice la sincera passione cavalleristica che anima il Circolo Ippico Veronese, cui ben si può indirizzare l’augurio semper ut quondam”.