LA PRIMA VOLTA DI VITTORIO VENETO
di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com
(foto: Una panoramica del cortile della caserma “Enrico Gotti” in occasione del primo concorso ippico nazionale di Vittorio Veneto)
Partiamo con il dire che chi non ha mai visitato Vittorio Veneto deve farlo assolutamente. Anzi, per la precisione bisogna visitare almeno una volta nella vita Serravalle, cioè la parte più suggestiva della città. Vittorio Veneto come tale nasce tardi, nella seconda metà dell’Ottocento, dall’unione di Ceneda e Serravalle appunto, entrambe di antichissima origine. Oggi però è soprattutto Serravalle che offre al visitatore ricchezze architettoniche e storiche di incomparabile bellezza, impreziosite da un ambiente naturale circostante davvero meraviglioso, come è tipico della zona settentrionale della provincia di Treviso, quella a ridosso delle Prealpi.
Detto ciò, veniamo a quello che accade a Vittorio Veneto il 27 e 28 marzo 1954. Quelli sono i giorni in cui nella cittadina veneta si disputa il primo concorso ippico nazionale dell’anno di tutta l’Italia del nord. Non solo: è anche la prima edizione in assoluto della manifestazione. Un evento promosso dal Circolo Ippico Trevigiano ma di fatto organizzato dal comando del V Corpo d’Armata (“In una fede, in un valore, in un amore” il motto), una unità militare che proprio a Vittorio Veneto ha avuto il quartier generale dal 1952 al 1997 nella caserma “Enrico Gotti”. E’ proprio lì, nel cortile della caserma, che viene allestito il campo ostacoli sotto l’abile regia del maresciallo Antonio Tubolino, artefice dei percorsi ma prima ancora del materiale ostacoli e del terreno sabbioso dell’arena. Il concorso è anche occasione per celebrare gli ultimi giorni del comando del generale di corpo d’armata Carlo Biglino, in imminente trasferimento ad altri compiti. Così viene preparato un campo ostacoli che misura 110×50, tribune coperte con posti a sedere per ottocento persone più circa tremila posti in piedi, scuderie adiacenti al campo di gara con una decina di box e cinquanta poste: “Tutto questo aveva fornito il comando del V Corpo d’Armata”, si legge nelle cronache del ‘Cavallo Italiano’, “senza contare le coccarde, gli eleganti inviti, i programmi, le bandiere e i gran pavesi che conferivano alla manifestazione un tono di mondanità e folklore”. Ingresso libero e perfino le iscrizioni dei cavalli al concorso a titolo gratuito: veramente cose d’altri tempi… ! Si legge ancora sul ‘Cavallo Italiano’: “Il campo presentava un magnifico aspetto d’assieme. Era gremito di folla entusiasta: non ci si poteva più muovere! La popolazione di questa zona, nuova a tali manifestazioni, era arrivata da ogni parte: carovane organizzate dai vicini paesini di montagna erano affluite, numerose, al concorso. E tutta questa gente dimostrava il suo entusiasmo per certi concorrenti con grida di esultanza e incitamenti”. I protagonisti in campo? Arrigo Marchi, Paolo Spezzotti, Vittorio Zanuso, Cesare Persico, Sebastiano Cutuli, Edoardo e Luigi Lucheschi, Sofia Majelli, Alessandro De Lorenzo, Aurelio Meneghetti, Angelo Speranza… Poi, come tutte le cose, anche il concorso di Vittorio Veneto visse la sua fine. Un vero, grande peccato.