LE COSE BELLE DI GIULIA BERTOLLA
di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com
2017.06.12 – Che le ragazze di norma abbiano con i propri padri un rapporto speciale è cosa nota. Tuttavia suscita una certa emozione la risposta che Giulia Bertolla dà alla domanda circa cosa le sia piaciuto di più dei giorni in trasferta a Wierden (Csio giovanile dal 7 al 10 giugno, in Olanda), durante i quali lei ha ottenuto con l’Italia il secondo posto nella Coppa delle Nazioni e in Gran Premio la quarta posizione. Come risponde Giulia? Che le sono piaciuti di più i suoi risultati, i suoi percorsi netti, le premiazioni, le coppe, gli applausi… ? No.
«La cosa che mi è piaciuta di più è essere andata insieme a mio papà. Di solito non mi segue lui, io sono allieva di Riccardo Martinengo Marquet che è un istruttore molto bravo, quindi poter passare del tempo insieme a mio padre è stato bellissimo. Quando mi segue lui io sono super contenta e ogni cosa che mi dice la tengo molto da conto, sempre. Poi certo, il giorno della Coppa delle Nazioni è stato un giorno favoloso… ».
In generale come hai vissuto tutta l’esperienza di Wierden?
«Beh, è stata una cosa bellissima, non pensavo che sarebbe andata così bene. È stata un’esperienza indimenticabile… ».
Prima di partire quali erano i tuoi pensieri?
«Ero un po’ preoccupata non tanto per il fatto che sarei stata in squadra, anche perché in quel momento non si sapeva la formazione, ma perché sapevo che avrei dovuto saltare 1.30 dal primo giorno, e poi i miei primi concorsi all’estero… ».
Quello di Wierdenè stato il tuo primo internazionale all’estero?
«No, avevo fatto Lamprechtshausen un po’ di tempo prima».
Quindi avevi già rotto il ghiaccio. La tua cavalla come si è comportata?
«Benissimo direi: abbiamo fatto cinque percorsi con un errore e quattro netti… !».
Che tipo è la tua cavalla? Come carattere anche… (nome completo Ti Lanndu Up of Heritage).
«È buona, è affettuosa, coccolona e tranquilla. In gara è molto rispettosa e molto concentrata, per lei l’obiettivo è andare al di là dell’ostacolo senza far cadere le barriere».
Nessun difetto? Qualcosa che tu debba saper gestire con particolare attenzione?
«Mantenere il galoppo, il ritmo del galoppo perché ogni tanto tende a rallentare… ma a pensarci bene non è un difetto, quindi direi di no, non ha difetti, nemmeno uno».
Ma quando si fa una Coppa delle Nazioni cosa si pensa… ? Tu cosa hai pensato?
«Si pensa a fare zero per il bene di tutti, di tutta la squadra. Però senza farsi venire l’ansia e l’agitazione, se non si va bene non succede niente di grave: quando si fa una Coppa delle Nazioni l’equitazione diventa uno sport di squadra e oggi vado male io, domani vai male tu… l’importante è stare uniti».
Eri più emozionata o preoccupata o agitata prima del primo o del secondo percorso?
«Direi del primo, sì».
Poi ti sei sentita più padrona della situazione? Più fiduciosa?
«Sì, ero più tranquilla».
E il Gran Premio? Un ottimo risultato, due percorsi netti e quarto posto… !
«Di sicuro non mi sarei aspettata di fare zero… Il percorso era molto tecnico: la cavalla mi ha aiutato tantissimo, quando sono arrivata all’ultimo ostacolo e mi sono resa conto del percorso netto non volevo crederci perché avevo fatto qualche cavolata e la mia cavalla con il suo cuore favoloso mi ha aiutata tantissimo… Ci siamo aiutate a vicenda diciamo, ecco».
Adesso stai facendo gli esami di terza media. Più emozionata a scuola o in Coppa delle Nazioni?
«In Coppa delle Nazioni, di certo».
Tuo papà dopo la gara cosa ti ha detto?
«Beh, era contentissimo… ogni volta che uscivo dal campo di gara lo vedevo sempre sorridere, mi diceva sempre che ero stata bravissima… ».
Una bella soddisfazione… E adesso che programmi hai?
«Il selezionatore tecnico azzurro, Stefano Scaccabarozzi, mi aveva convocato nei cinque per il concorso di Hagen, ma io ho gli esami… ».
E quindi?
«E quindi ho rinunciato».
Però, brava: una bella scelta responsabile.
«Diciamo che… ho dovuto!».
Giulia Bertolla ha 14 anni. I suoi genitori sono Sante Bertolla e Roberta Paccagnella: due vere persone di cavalli. Mentre Sante e Giulia vivevano insieme le emozioni di Wierden, Roberta si dedicava ai ragazzi dello sport ludico impegnati nel Campionato Regionale Club a Mogliano Veneto. Il suo cuore di mamma avrà battuto forte pensando a Giulia lassù al nord: ma la passione per lo sport e per l’impegno nello sport gratifica sempre e comunque. Così mentre Giulia produceva percorsi netti a ripetizione in Olanda, i ragazzi e i bambini giocavano felici al Centro Equestre Veneto. Per Roberta Paccagnella due gioie in una: Wierden e Mogliano!