MARIKA VETTORATO, UNA VITA PER I CAVALLI
di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com
2019.06.21 – Marika Vettorato parla trasmettendo un entusiasmo contagioso. Una passione contagiosa… Anche le espressioni del suo bel viso allegro e solare trasmettono il senso della passione. A un certo punto, chiacchierando, dice: i proprietari con i loro cavallini… Dice proprio così: cavallini. Un’espressione però per nulla affettata o forzata o sdolcinata: lei la usa con allegria dinamica.
Dinamica: Marika Vettorato è una donna dinamica. Una donna che dedica buona parte della sua vita ai cavalli: facendo, mettendosi in gioco, proponendo. In realtà quasi tutta la sua vita, se non fosse che…
«Io sono geometra, libera professionista: mi prendo però solo mezza giornata per fare il mio lavoro, tutto il resto del tempo è dedicato ai cavalli».
Una dedizione… molto dedicata!
«Sì, io sono attivista per la Onlus Anima Equina, associazione che si occupa di recuperare cavalli sequestrati a seguito di maltrattamenti. In pratica io vado a fare un controllo presso il centro cui il cavallo verrà affidato dopo il sequestro, sia prima sia dopo l’affidamento: prima per verificare se le condizioni sono idonee per accogliere il cavallo in questione, e dopo, a distanza di tempo, per controllare se il cavallo sta bene».
Come è nato il suo rapporto con i cavalli e con l’equitazione?
«È stato un vero e proprio colpo di fulmine quando avevo 8 anni. Un giorno ero a casa di una mia zia sui colli, e a un certo punto ho visto passare due ragazzi a cavallo in passeggiata… Basta: da quel momento non ho desiderato altro che montare a cavallo. Ho stressato talmente tanto i miei genitori che già il giorno seguente loro mi hanno portato a Villa Lugli per cominciare a montare!».
E da quel momento a oggi cosa è successo?
«Eh… è successo che ho montato a Villa Lugli, poi ho montato in salto ostacoli come amatore, poi ho abbracciato l’equitazione etologica ma la mia passione è rimasta quella per il salto ostacoli: e l’anno scorso ho preso in gestione Equus Villa Trento, il maneggio le cui scuderie sono all’’interno della barchessa di questa bellissima villa del seicento a Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova. Adesso io sono la presidente del centro ippico».
Un centro ippico molto attivo?
«Sì, è una scuola federale e abbiamo un’istruttrice di secondo livello, Gessjca Ruffato, molto brava, anche lei con una grandissima passione, ci siamo proprio incontrate… In questo momento a Villa Trento ci sono ventuno cavalli, un pony, un asinello e una capretta… siamo al completo!».
Ma la villa è di sua proprietà?
«No, è di una persona che poi è divenuta mio socio, ma non è un uomo di cavalli: mi ha dato tutta la sua fiducia per la gestione dell’attività, a cui dedico tutto il mio tempo».
E anche i suoi progetti futuri, giusto?
«Sì, che spero si possano realizzare quanto prima… ».
La possibilità di accogliere cavalli che abbiano bisogno di ricovero e di riabilitazione: è questo il suo progetto, giusto?
«Sì, esatto. Ormai da circa un anno abbiamo presentato un progetto per realizzare delle capannine esterne… È una cosa un po’ lunga perché l’area e la villa sono sottoposte al vincolo delle Belle Arti, ma ormai dovremmo esserci, spero che entro la fine dell’estate si possa cominciare. Fortunatamente lo spazio è davvero molto: quello che vorrei realizzare è un centro di accoglimento e riabilitazione per cavalli che escono dai sequestri, dai maltrattamenti, cavalli debilitati… o anche semplicemente cavalli che hanno finito la loro carriera sportiva e ai quali i proprietari vogliano dare una buona pensione, un buon ritiro. Con il mio veterinario avevamo anche studiato un progetto per realizzare una piscina dedicata appositamente alla riabilitazione, anche per i cavalli sportivi che dovessero averne bisogno: ma per il momento è un progetto diciamo… dormiente, perché le difficoltà economiche non sono poche. Dormiente, ma non accantonato!».
Scusi l’indelicatezza della domanda: ma… economicamente parlando?
«Mi auguro di riuscire a farcela io da sola, magari trovando anche l’aiuto di qualcuno che mi dia una mano a coprire le spese. Di guadagnare non mi interessa, l’importante sarebbe riuscire a coprire i costi. Speriamo di farcela… ».
Il suo impegno è davvero ammirevole: una vita dedicata al benessere dei cavalli, in pratica…
«Beh, sì, io la vedo così… io non ho figli, ma nel corso della mia esperienza con loro mi sono resa conto che i cavalli rimangono bambini per tutta la loro vita. Sono piccoli da quando nascono a quando muoiono: cambia l’età ma il cavallo non cresce mai, rimane per sempre un bambino, e quindi bisogna stargli dietro con la stessa dedizione e lo stesso amore che normalmente si riservano ai bambini. Per me i cavalli vengono prima di qualunque altra cosa… Prima loro, e poi il resto!».