OSCAR DEL VENETO: UNA FESTA SENZA CONFINI

2019.06.19 – Una festa. Nel senso vero e letterale della parola. Questo è stata la serata degli Oscar organizzata dal comitato regionale veneto della Fise a Villa Bonin (Vicenza) il 18 giugno. Una grande festa alla quale hanno partecipato quasi settecento persone. Un momento di conviviale condivisione generale della vita dello sport equestre della regione. Ma quello che ormai contraddistingue in modo netto l’evento è che tale condivisione non riguarda solo ciò che è veneto con ciò che è veneto… no: la condivisione è aperta al mondo dello sport equestre senza alcun confine o perimetro. Ecco perché a Villa Bonin l’altra sera c’erano il presidente della Fise Marco Di Paola e una consistente rappresentanza del consiglio federale, oltre alla quasi completa totalità dei presidenti dei comitati regionali; e insieme a loro molti protagonisti dello sport azzurro extra regione, oltre naturalmente a quelli veneti (Luca Moneta, cavaliere internazionale – e lombardo – ha detto: “In Veneto ci sto benissimo, il Veneto mi piace un sacco. E poi c’è il Prosecco, quindi… !”). La serata degli Oscar veneti è dunque diventata nel giro di soli pochi anni un evento di carattere nazionale, in occasione del quale la nostra regione fa bella mostra dei suoi tesori e dei suoi valori. Tesori e valori molto preziosi, come si è ben dimostrato grazie alla sfilata dei protagonisti dello sport sul palco di Villa Bonin: giovani e meno giovani, attori in tutte le specialità agonistiche, dalle stelle più scintillanti (Alberto Zorzi, presente con un video messaggio, e Anna Cavallaro: solo per citare i due fuoriclasse di maggior caratura internazionale) fino a quelle che scintillanti lo diventeranno in futuro. Non solo loro però: sul palco di Villa Bonin c’è stato anche spazio per offrire alcuni riconoscimenti speciali a personaggi che si sono particolarmente distinti per gesti di altruismo sportivo e umanitario (Gianluca Ecoretti e Michela Lanzarini: il primo per aver aiutato un’avversaria in una gara di endurance a portare a termine la sua prova, compromettendo il risultato della propria; la seconda per aver messo in atto un intervento di soccorso a favore di un’amazzone caduta in campo gara), o a chi ha dedicato l’intera propria vita a una professione da ‘dietro le quinte’ (i maniscalchi Berto, Ivone e Giuliano Lovison; e il trasportatore Gigi Tormen), o ancora a un cavaliere di lungo corso e grande successo come il vicentino Stefano Nogara, o come l’inventore Lorenzo Favero che gira le scuole del Veneto a scopo didattico e divulgativo con un cavallo componibile a dimensione naturale in pezzi di compensato, o ancora come il peruviano Victor Hugo Paz Alvarez portatore di importantissimi messaggi di valore spirituale ed etico perfettamente riferibili alla realtà sportiva. E poi c’è stato un momento davvero sorprendente oltre che spettacolare, curato dalla neonata commissione dedicata al teatro equestre in seno al comitato (Rudi Bellini e Carlotta Agnoletto): due imponenti cavalli frisoni che insieme alla loro amazzone e al loro cavaliere hanno offerto un suggestivo spettacolo di danza proprio davanti al palco su cui avvenivano le premiazioni. Danza? Certo, e non solo grazie all’intervallo teatrale, poiché una volta terminata la cerimonia diciamo… protocollare, si è dato il via libera alla serata in stile disco: giovani e meno giovani scatenati… !

 

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