STELLA MARCHESE
di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com
Roma, domenica 26 maggio 2013: il Veneto vince la Coppa dei Giovani “Bruno Scolari” a Piazza di Siena. Stella Marchese su Wessel, Filippo Bucciarelli su Culord, Alice Eulisse su Pasha del Baroncio e Rebecca Lombardi su P’Tit Star d’Aguilly agli ordini del capo équipe Angelo Cristofoletti si lasciano alle spalle le altre sedici squadre partecipanti alla gara. Ma è una vittoria conquistata non senza patema d’animo, dato che per ottenerla bisogna sconfiggere la rappresentativa dell’Emilia Romagna in un barrage: sì, perché le due squadre finiscono le due manches alla pari senza errori. Una prestazione maiuscola per entrambe. Barrage dunque. Parte per prima l’Emilia Romagna con Michela Grossi su Acodusa: chiude senza errori con l’ottimo tempo di 36.19. Il peggior risultato possibile per il Veneto: non offre margini di vantaggio e in più costringe a essere veloci con la possibilità di incorrere per questo in qualche errore. Angelo Cristofoletti sceglie Stella Marchese (14 anni compiuti sei giorni prima): a lei dunque la grande responsabilità di far vincere o perdere la squadra, i suoi compagni, i tifosi, i tecnici, la regione. Stella e Wessel entrano: è il momento decisivo. Stella e Wessel galoppano sicuri e veloci: Piazza di Siena trattiene il fiato. Il traguardo: nessun errore ma soprattutto il cronometro si ferma a 34.10. È la vittoria.
La sua prima Piazza di Siena, vero?
«Sì, la prima della mia vita».
Quando ha saputo che sarebbe stata in squadra?
«Dopo la selezione. Ci hanno convocati, hanno dato i nomi e ci è stato illustrato il programma di preparazione».
Lei se lo aspettava?
«Un pochino sì, la selezione era andata bene, avevo fatto un buon concorso».
Conosceva già bene i suoi compagni di squadra?
«Sì, tutti, tranne Isabella Stelzer (a Roma come riserva, n.d.r.) che ho conosciuto proprio alle selezioni e poi a Piazza di Siena. Siamo diventate amiche».
C’era un bel clima tra tutti voi?
«Sì sì, una bella squadra, tutti amici, molto piacevole. Abbiamo passato bellissimi giorni, mi sono molto divertita».
Lei in sella che tipo è: si agita, si emoziona, rimane fredda…
«No, io per fortuna rimango molto fredda, non ho problemi di emotività, c’è chi dice che sia la mia migliore qualità».
Quindi forse anche per questo è stata scelta lei per il barrage?
«Beh, non so… forse sì… credo… non lo so».
Quando ha saputo che sarebbe andata in campo lei per il barrage cosa ha pensato?
«Ho pensato che eravamo una bella squadra, che ognuno di noi aveva fatto del suo meglio, che tutti noi meritavamo la vittoria e che per questo avrei cercato di farcela… ».
Ma nel suo intimo aveva qualche timore oppure era sicura di sé?
«No, ero abbastanza sicura, il mio cavallo è molto veloce, si impegna molto nelle gare a tempo. Non avrei dovuto sbagliare io, ecco».
Partire dopo il suo avversario è stato un problema? Ha visto il percorso del suo avversario?
«No, nessun problema: avrei dovuto cercare di dare il massimo comunque. Il percorso della mia avversaria l’ho visto, sì».
E dopo averlo visto ha modificato qualcosa nei suoi piani di gara?
«No, mi sono solo resa conto che sarei dovuta essere davvero veloce. E che non avevo vantaggi di penalità, ovviamente».
Quando ha finito cosa è successo?
«È successo che i miei compagni di squadra hanno urlato tantissimo e sono venuti di corsa ad abbracciarmi».
E in quel momento lei cosa ha pensato?
«Che ero contenta di averli fatti felici».
L’atmosfera di Piazza di Siena l’ha trovata diversa rispetto a quella di un qualunque altro concorso?
«Mah… Piazza di Siena è Piazza di Siena, comunque quella era una gara come le altre e io dovevo interpretarla al meglio in ogni caso».
Il tecnico Angelo Cristofoletti le ha detto qualcosa di particolare?
«No, nulla di speciale. Prima del barrage mi ha detto che avrei dovuto fare il mio massimo, dopo mi ha detto che era felicissimo».
Il suo cavallo Wessel come è arrivato a lei?
«Lo monto da poco più di un anno. Era di Dario Agosta, un cavaliere siciliano amico di mia mamma».
Nel mondo del salto ostacoli lei ha qualche punto di riferimento, qualche modello cui ispirarsi?
«Tra i cavalieri italiani ammiro molto Lucia Vizzini, tra gli stranieri Ludger Beerbaum».
(Stella Marchese è nata a Catania il 20 maggio 1999; quando era in terza elementare la famiglia si è trasferita a Padova per gli impegni di lavoro del padre, imprenditore siciliano; la mamma di Stella, Antonella Canova, calabrese, è anche la sua istruttrice presso i loro impianti privati, la Società Sportiva Dilettantistica di Equitazione “Horse & Rider”, nella zona della Mandria).