UN PODIO PER DUE

di Umberto Martuscelli per Fiseveneto.com

Quando alla fine di agosto 1986 a Salice Terme inizia il Campionato d’Italia di salto ostacoli nell’albo d’oro della gara tricolore c’è una situazione a dir poco anomala: nessun veneto ha mai vinto la medaglia d’oro. Dal 1967 fino a quel momento. Nessuno. L’anomalia va quindi corretta al più presto. 
Detto fatto: quell’anno sul gradino più alto del podio di cavaliere veneto non ne sale solo uno, bensì due! La classifica finale della gara vede infatti al primo posto a pari punti Stefano Carli (Karajan) e Giuseppe Corno (Impedoumi).
Parità piena: loro insieme lassù a braccetto e tutti gli altri dietro. La medaglia d’oro va però a Corno poiché vincitore della terza prova (quella finale): Carli deve accontentarsi dell’argento, il secondo nella sua pur formidabile carriera dopo quello ottenuto nel 1967.
L’eccezionalità di questo risultato non sta solo nel fatto che due concorrenti – per giunta della stessa regione – chiudano al primo posto ex aequo, ma anche nel rapporto che un tempo ha legato questi due cavalieri. Giuseppe Corno (nato nel 1964) arriva alla Scuola Padovana di Equitazione a metà degli anni Settanta: è giovane di età, piccolo di statura e totalmente autodidatta. Dimostra però doti e qualità davvero fuori dalla norma, in sella a due cavalle – Fama e Telesia – che nessun altro sarebbe stato capace di montare ottenendo i suoi risultati: praticamente vince ogni gara cui partecipa.
L’istruttore della Spe, Efisio Murtas, capisce di avere a che fare con materia di qualità superiore: e si dedica alla rifinitura con pazienza e determinazione. La bravura di Giuseppe non sfugge ovviamente all’occhio esperto di Stefano Carli (nato nel 1943), bandiera della Spe e senza alcun dubbio il più importante cavaliere di salto ostacoli veneto di sempre.
Carli prende Giuseppe sotto la sua ala protettrice ‘lavorandolo’ sia a casa sia in concorso, trasferendogli non solo gran parte delle sue sapienti competenze tecniche ma anche una buona dose di determinazione agonistica e di voglia di vittoria. Il risultato è formidabile: la carriera di Giuseppe decolla fulmineamente, per portarlo in breve a divenire uno dei cavalieri federali di stanza ai Pratoni del Vivaro sotto la direzione di Raimondo D’Inzeo. Con la divisa dell’arma dei carabinieri Giuseppe riceve in affidamento lo straordinario Impedoumi, baio francese di proprietà della Fise montato in precedenza da Giorgio Nuti (Olimpiadi di Los Angeles 1984) ed Emilio Puricelli (vincitore della Coppa delle Nazioni a Roma nel 1985, a tutt’oggi l’ultima firmata dalla squadra azzurra), cavallo di impressionanti mezzi e qualità. E così arriva il 1986: Giuseppe Corno al suo primo anno da seniores (nel 1985 partecipa al Campionato d’Europa young rider con il federale Inviolable: 3° individuale!) entra come titolare nella squadra azzurra che partecipa al Campionato del Mondo di Aquisgrana.
E poi eccolo sul podio del Campionato d’Italia: per ricevere non solo la medaglia d’oro, ma anche la stretta di mano di Stefano Carli, il suo maestro, secondo classificato ma non battuto. Il cerchio si chiude, quindi: e così il Veneto finalmente trova spazio nell’albo d’oro della massima competizione nazionale.

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